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Industrial Design, Interior Design e Design della Comunicazione: la capacità di vedere le cose

Design è consapevolezza: significa rispondere a bisogni presenti immaginando scenari futuri. Un continuo esercizio di stile, tecnica e scienza, che si nutre anche di aspetti sociologici e umanistici. L’anello di congiunzione tra ingegneria, creatività, innovazione, produzione e mercato.

E’ “di design”, sentiamo dire spesso. Ma cosa vuol dire? Prima di tutto, il design prova a risolvere problemi pratici. E lo fa per tutti gli ambiti in cui viene applicato. Per raggiungere questo obiettivo, si interfaccia con l’industria, l’economia, il marketing e la psicologia: attinge, cioè, a tutto l’universo che ruota attorno all’idea stessa di un progetto.

Ma come viene percepito, oggi, il design? Forse, in modo sbagliato. Spesso associato alla semplice e riduttiva concezione di “moderno”, il design viene relegato al mondo dell’estetica e il designer visto come una sorta di artista capace di trasformare prodotti soddisfacenti o mediocri in prodotti belli. Una specie di scultore in grado di plasmare funzionalità e bellezza, senza aggiungere contenuti ulteriori. E invece no, il design è fatto di persone e di oggetti, di anima ed emozioni, di suggestioni e vibrazioni. E’ un linguaggio multiforme, una forma di espressione che punta al cuore delle cose e non solo alla loro apparenza. E’ ricerca, tanta. E lungimiranza. E’ capacità di vedere le cose, di leggere i tempi, di conoscere e riconoscere.

Questo accade per tutte le diverse declinazioni del design: dall’industrial design all’interior design, fino al design della comunicazione. Che guardi agli oggetti o all’arredamento, che si occupi di messaggi o di pubblicità, il design ha sempre a che fare con la vita di tutti i giorni. Con la possibilità di migliorare luoghi e spazi (reali o virtuali) e di renderli più accessibili, più vicini, più piacevoli. Sono oggetti di design una lampada, un’automobile, un giardino pubblico ma anche un logo, l’interfaccia di una app e persino l’allestimento di un evento. Quando c’è il buon design, non ci si accorge nemmeno della sua presenza.

Ecco perché è importante affidarsi al designer, ad una figura preparata e specializzata. Con un background che unisce passato e futuro, teoria e pratica. Il corso triennale in Design della Laba di Firenze spazia dalla storia dell’arte moderna alla modellistica, dall’informatica all’architettura degli interni, dalla semiotica dell’arte ai fondamenti di marketing culturale. E poi la lingua inglese, l’ecodesign e il rendering 3D per offrire tutti gli strumenti per leggere i tempi che viviamo. Perché il buon design è invisibile. Ma quando c’è, fa la differenza.

Collaborazione La Gabbianella
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