Gli allievi della LABA in mostra con “OMBRE” allo Zoe di Firenze. Inaugurazione alle ore 17.30.
Ombre, espsizione d’arte, 24 marzo, ore 17.30, Zoe Ristorante e Bar, Via Renai 13, Firenze. Sabato 24 marzo, alle ore 17.30, presso i locali del suggestivo Zoe, si terrà la mostra “Ombre”, organizzata dalla Libera Accademia delle Belle Arti di Firenze (LABA).
Gli artisti coinvolti nella esposizione – Claudia Vignale, Liu Shunfan, Yu Shu e Samuele Bartolini – sono studenti del primo anno dell’accademia: le opere esposte intendono valorizzare l’intensità e la capacità espressiva della tecnica del chiaro-scuro nello studio del ritratto. L’esposizione è stata curata dall’artista e docente presso la stessa accademia Tannaz Lahiji,
Siamo fatti di luci e ombre. Portiamo in luce i lati migliori di noi, trascurando, forse nascondendo, tutto il resto, lasciando in ombra le imperfezioni; talvolta negandole anche a noi stessi. Così quei chiari e quegli scuri ci abitano e ci condizionano.
Il ritratto è, probabilmente, la forma più intensa per svelare l’insieme di quei contrasti. La sensibilità dell’artista, il suo sguardo vigile, deciso a scoprire qualcosa di più oltre a ciò che vediamo e che ci circonda, coglie dettagli ed elementi che sfuggono all’occhio comune. L’artista afferra, elabora e infine traspone quei particolari dentro la sua opera, scegliendo di farlo in modo più o meno evidente, con immediatezza o secondo una architettura elaborata. Talvolta deforma o scompone, altre accentua le caratteristiche fisionomiche dei volti che indaga, altre ancora porta in luce, o in ombra, determinati tratti, enfatizzando le oscurità o la luce che quel volto custodisce dentro. Si serve di armonie e di contrasti, composizioni regolari o asimmetrie che sappiano evocare e suggerire gli indizi che l’osservatore non sa individuare e che l’artista ha percepito, offrendo rielaborazioni figurative personali e intime le quali, pur se apparentemente irrazionali, si rivelano molto più realistiche di quanto si possa immaginare.
Secondo questo percorso logico, qualsiasi “ombra” – associata alla luce che l’accompagna o che la contrasta – può assumere un senso e un’identità precisa, valorizzata dal movimento e dalla struttura che l’artista sceglie di dare al viso del soggetto ritratto. In questo modo si compone l’essenza della sua opera. E il ritratto di un viso affisso al contrario (capo-volto), quello di una donna che lo protegge nel suo abbraccio, la necessaria s-composizione di corpi o l’inafferrabilità di alcuni visi diafani costituiscono tutti, le espressioni di chi ha saputo andare oltre la visione comune della realtà e presentare la propria personale elaborazione della verità che quegli stessi volti custodiscono.
Testo critico di Manuela Antonucci, scrittrice e curatrice d’arte.