Coltivare talenti è coltivare la conoscenza. Stimolare la curiosità, sperimentare i linguaggi, favorire il potenziale presente in ciascuno di noi. L’obiettivo della partecipazione della LABA di Firenze a Creactivity 2018 è proprio questo: dare gli strumenti ai giovani designers per sviluppare al meglio capacità e punti di forza e fare della passione una vera e propria professione.
Nell’anno in cui “Creactivity” celebra l’incontro tra “immateriale” e “materiale”, la LABA di Firenze presenta con i progetti di Antonio Giordanelli e Roberta Gaudino il proprio modello di formazione: un sistema che fa della ricerca e della continua innovazione i propri punti di forza e che, per vocazione, fonde sapere ed esperienza pratica.
Il 22 e il 23 Novembre il Museo Piaggio ospiterà la nona edizione del Crea©tivity, due intensi giorni di eventi, iniziative, convegni, incontri. Una finestra privilegiata sul mondo del design, della creatività e dell’innovazione. Un’ importante occasione per una profonda riflessione sul ruolo e sulle dinamiche culturali tra scuole, università e aziende che dal 2006 rappresenta un punto di riferimento nel panorama della progettazione nell’ambito del prodotto e della comunicazione. Come ogni anno la Laba è presente con gli studenti impegnati nel workshop e per il premio Vespa con due tesi di design in competizione.
Edizione 2018: [De] Materialization La tredicesima edizione di Crea©tivity volge lo sguardo su un binomio tematico la cui visibilità ha subito una crescita esponenziale nel corso degli ultimi anni: Smaterializzazione e Materializzazione. Smaterializzazione come conversione perdita di tangibilità, di dimensione. Materializzazione come il dare corporeità a contenuti intangibili o virtuali. Posta, musica, valuta. Solo tre esempi di concetti che, con l’avanzata tecnologica, hanno subito una rivoluzione.
Da presenza fisica e tangibile ad una fruizione sempre più immateriale e remota. Smaterializzazione e Materializzazione hanno trovato nell’ambito digitale il luogo di elezione, applicandosi non solo ai contenuti ma anche dei servizi, alle interazioni, alle relazioni. Sempre più orientati verso piazze digitali piuttosto che reali fino al paradosso dei social media che ci disabituano ad innescare legami in maniera personale e fisica, ma che al tempo stesso danno spazio a concetti quali l’intelligenza collettiva, l’open source. Digitale come tutela della memoria, digitale come effimero: due facce della stessa medaglia. Uno strumento in grado di preservare patrimoni visivi su supporti economici o addirittura nel cloud, per renderli virtualmente accessibili a tutti, per democratizzare la conoscenza. Un estremo livello di inclusività che ci porta al tempo stesso verso il rischio del controllo assoluto, della perdita improvvisa di dati: un problema tecnico, un attacco cibernetico o, molto più semplicemente, l’obsolescenza tecnologica, programmata o meno, in grado di innescare, come sostiene il vicepresidente di Google Vinton Cerf, la “putrefazione dei bit”.
Fino al rischio, ormai condiviso da molti esperti, del “deserto digitale”. E-commerce, streaming, realtà aumentata sono parte della quotidianità, una finestra su contenuti virtualmente vicini anche quando fisicamente lontani. A partire dalla smaterializzazione dei contenuti, la digitalizzazione ne rende possibile la trasmissione, l’accesso, lo scambio. E, trend degli ultimi anni, ne permette la la rimaterializzazione tramite strumenti come la stampa 3D o il print on demand. Progettazione condivisa in tempo reale per un design curato in ogni suo aspetto, hub digitali per la creazione di nuovi ponti e collegamenti, un’unica realtà con connessioni attive 24/7. Tutto alla portata di tutti, smaterializzazione del possesso, del diritto, della proprietà, delle informazioni personali, un mondo dal potenziale infinito, ma con confini difficili da tracciare e tutelare.
Crea©tivity si veste di confronto, un’innovazione per l’edizione 2018 che vede il format del contraddittorio come strumento di dibattito costruttivo. Promotori dei processi di smaterializzazione e cultori della preservazione dell’analogico seduti sullo stesso palco, per catalizzare la discussione attraverso la dialettica degli opposti.