Il settore del Design in Italia resiste alle contrazioni economiche, genera occupazione e soprattutto produce un sensibile volume d’affari. È quanto emerge dal rapporto “Design Economy 2020”, condotto da Fondazione Symbola con Deloitte Private e Poli.Design, che analizza, attraverso dati e storie, il comparto del Design Made in Italy, focalizzando l’attenzione sul rapporto tra investimenti e competitività delle imprese.
In questo campo il Belpaese detiene un vero e proprio primato: l’Italia si colloca infatti al primo posto in Europa per numero di imprese e si assesta tra le prime posizioni per livello occupazionale e ricchezza prodotta. Nonostante la crisi generalizzata, il Design in Italia continua ad espandersi a un ritmo mediamente superiore rispetto all’andamento osservato nel resto dell’economia. Lo testimoniano le circa 6mila imprese in più registrate tra il 2011 e il 2018 (si è passati infatti da 27.874 imprese del 2011 alle 33.867 del 2018), la crescita di circa 200 milioni di euro di valore aggiunto e quasi diecimila occupati tra il 2011 e il 2019 (nel 2019 arrivati a quota 64mila). Il 2018, in sostanza, ha fatto segnare un +4,3% che, in termini di performance, risulta sensibilmente superiore al +0,2% rilevato nel sistema produttivo italiano. Ottimi risultati anche per numero complessivo di addetti: l’occupazione aumenta a ritmo sostenuto (+1,9%), a un tasso addirittura triplo rispetto alla media generale (+0,6%), con vantaggi nel lungo periodo, ovvero l’assorbimento di nuovi posti di lavoro. Aumenta infine il peso dei liberi professionisti nell’universo del Design, mentre diminuisce quello delle società di persone.
Ma come si compone il settore? Il comparto appare variegato sia in termini di strutture che d’origine. Pur occupandosi tutte di progettazione, le aziende abbracciano una molteplicità di specializzazioni: dal legno all’arredo, dall’abbigliamento alla gestione del brand, passando per l’automotive, la progettazione pura o la comunicazione. Un universo di servizi erogati che vede le piccole e piccolissime imprese farsi spazio: nella maggior parte dei casi si tratta di realtà con 1 addetto o con un numero di impiegati compreso tra 2 e 9.
Ultimo aspetto, non secondario, è lo stretto legame tra l’impresa e il suo territorio: attorno ai territori di produzione del Made in Italy si sono nel tempo insediate le imprese del Design, in un rapporto di reciproco slancio e di positiva coesistenza. Tra le regioni specializzate nel Made in Italy e nel Design figura anche la Toscana, insieme a Marche, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia.
Rispetto al totale nazionale, la distribuzione delle imprese appare infine concentrata a favore dei sistemi metropolitani: Firenze assorbe il 3% circa delle realtà del Design nazionale, mentre Bologna il 2,9%. Milano la fa da padrone, con il 14,5%, valore doppio rispetto alla seconda provincia in graduatoria, Roma, che si ferma al 6,5%. Segue Torino, al terzo posto, con una quota del 5,2%. In generale, queste province assorbono quasi un terzo delle imprese del Design italiano. Firenze, infine, rappresenta il 3,1% del valore aggiunto nazionale mentre il 2,7% degli occupati della Penisola (all’ottavo posto su scala nazionale).