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Evanescenze/Evidenze al Museo d’Arte Contemporanea e del Novecento

Le esperienze di due giovani artisti, Edoardo Cialfi  e Jacopo Francesconi, si profilano all’orizzonte in una mostra dal titolo “Evanescenze/Evidenze”. La mostra è in corso  al Mac di Monsummano Terme: il museo dedicato all’arte contemporanea dell’area di Pistoia.

Oblò è il progetto dedicato ai giovani artisti. Come da un oblò è possibile gettare uno sguardo sul grande mare dell’arte così questo contenitore mette a confronto quelle manifestazioni artistiche, più o meno condivise dal pubblico o dalla critica, che si diffondono nell’arte del XXI secolo e che coinvolgono anche aspetti sociali, politici, storici di grande impatto emotivo.

La mostra ha aperto i battenti Domenica 7 aprile 2019 alle ore 17.30 e resterà visibile fino al 15 Settembre 2019.

Edoardo Cialfi

“Nei lavori di Edoardo Cialfi”, scrive il critico d’arte Carles Marco, “la tecnica ha un ruolo fondamentale. Proviene dalla Street Art ed è legata all’uso dei mezzi della pittura di strada. Lui è un writer, non si tratta di utilizzare una bomboletta e d’indossare una felpa con cappuccio, esserlo comporta un atteggiamento spirituale e una dedizione piena. L’Arte di Strada è una forma di espressione complessa, strutturata e in continua evoluzione e lui ha deciso di utilizzare quella tecnica ma sul supporto della tela, esprimendo un universo più personale e intimo e allontanandosi dalle alternative e provocatorie connotazioni sociali o politiche abituali. Parte in ogni caso da questi principi per andare a esplorare la natura, della quale si sente profondamente parte, con la passione di una forma d’arte libera e immediata.”

Jacopo Francesconi

“ Nelle opere di Jacopo Francesconi appaiono elementi che suggeriscono una ricerca di significato, una serena intenzione di ridurre in forme astratte i soggetti del mondo reale. In primo luogo il cielo, celeste spazio onnipresente che richiama l’utopia ed è all’origine della luce che schiarisce e mette in evidenza le superfici del mondo. In secondo luogo” continua Carles Marco, “la presenza di pure strutture geometriche, di forza ipnotica, di cui possiamo dire che la loro rigorosa linearità, la severa prospettiva, il suo aereo e leggero modo costruttivo rimandano a un mondo di materia tenue e diafana. Sembra ci sia la volontà di un’interpretazione più ottimista e più alta dei propri sogni, di ricostruire in modo opportuno gli incidenti della vita sensibile, privandoli della pressante forza della gravità”.

Collaborazione con Mechini
Laba Vincitrice del bando "Buone pratiche, rassegne e festival"