Akira Kurosawa è, senza dubbio, l’autore più celebrato del cinema classico del paese nipponico. Più di Yasujiro Ozu, di Kenji Mizoguchi e Kon Ichikawa, cineasti altrettanto geniali, ma forse più legati ad una tradizione propriamente giapponese. Kurosawa ha saputo invece proiettarsi nell’immaginario occidentale coi suoi racconti epici di samurai.
Nel 1936 arriva il momento di una svolta nella vita del futuro regista, risponde infatti ad una chiamata di uno studio cinematografico che cerca degli assistenti.
Per l’occasione il regista autodidatta dichiara:
«Conoscevo a sufficienza i film stranieri per sapere cosa non mi soddisfaceva e cosa invece avremmo dovuto prendere come spunto d’ispirazione.”
Kurosawa scrisse in seguito alcune pagine, che qualche tempo dopo lo avrebbero portato alla convocazione per la prova orale. Grazie alla sua eccezionale cultura cinematografica gli esaminatori si convinsero a promuoverlo. Kurosawa fino ad allora aveva studiato: letteratura, pittura, musica, teatro e tutto ciò convergeva nel cinema. In modo più o meno conscio capì che quella era la strada per una sintesi delle sue volontà e aspirazioni.
Dopo due anni di apprendistato come assistente in film di registi di terz’ordine, Akira entra a far parte del “gruppo Yamamoto”. Il montaggio, l’uso del sonoro, nonché l’amore per la cucina internazionale e l’artigianato popolare, la raffinatezza nel bere, sono scoperte che Akira deve a Yamamoto. Come suo assistente, Akira muove i primi passi anche nella direzione delle scene. Yamamoto infatti è solito coinvolgere la troupe in tutte le fasi della lavorazione, sino ad affidare a volte al primo assistente un ruolo di coordinamento.
Yamamoto riconosce le qualità del primo assistente Kurosawa nel primo film Il Cavallo (1940/1941) per il quale gli affida la direzione della prima scena. Per l’occasione il famoso regista dichiara: “Akira aveva una visione giusta delle cose, fu in grado di imparare l’arte del montaggio in modo veloce e naturale.”
Il passaggio successivo fu la scrittura delle sceneggiature. Anche in questa occasione, Kurosawa fu in grado di sorprendere per l’originalità delle idee.
Fu questo l’inizio di una strepitosa carriera di cui riportiamo di seguito i film più conosciuti in ambito internazionale:
1 – Vivere (Ikiru), Giappone, 1952.
Il valore della vita raccontato da un uomo che sta per perderla, la morte che incombe per tutto il film domina la trame del film che si rivela tragicamente vero. Siamo come un’impronta sulla sabbia che viene spazzata via da un’onda più grande delle altre.
2 – I sette samurai (Sichinin no samurai), Giappone, 1954.
Senza dubbio il film più famoso di Kurosawa, che ha ispirato tanti altri capolavori. La pellicola ha vinto il Leone d’Argento a Venezia grazie ad un’interpretazione strepitosa di Toshiro Mifune. Leone d’argento a Venezia, il film è apparso per diverso tempo nei migliori film Giapponesi di sempre.
3 – Rashomon, Giappone, 1950.
Si può considerare un film che ha avuto più imitazioni, l’idea originale infatti di raccontare lo stesso episodio da più personaggi ha fatto la fortuna del film. Premio Oscar come miglior film straniero e Leone d’oro a Venezia.
4 – Ran, Giappone, 1985.
Il film è stato girato con un budget importante. Ran è un film spettacolare e divertente, bellissimo anche a livello figurativo. Ha vinto l’Oscar per i migliori costumi.
5 – Dersu Uzala, URSS/Giappone, 1975.
Una poesia che è stata tradotta su pellicola. Una storia raccontata in modo unico e leggero che rende piacevole la visione dal primo all’ultimo minuto. Premio Oscar come miglior film straniero.
6 – Kagemusha, Giappone, 1980.
Si sviluppa qui l’ossessione del doppio, che produce un effetto eccellente premiato con la Palma d’oro a Cannes.
7 – La sfida del samurai (Yojimbo), Giappone, 1961.
Un film d’azione che coinvolge lo spettatore dal primo all’ultimo minuto, che ha ispirato “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone.
8 – L’angelo ubriaco (Yoidore Tenshi), Giappone, 1948.
Questo film che descrive un disagio sociale, ma anche un periodo di sconvoglimento si rivela il primo vero lavoro in cui Kurosawa ha avuto mano libera ed anche il debutto del grande Toshiro Mifune.
9 – Il trono di sangue (Komonuso-jo), Giappone, 1957.
La reinterpretazione del “Macbeth” di William Shakespeare. Anche grazie alla solita grande prova di Toshiro Mifune, il film è stato presentato in Europa alla mostra di Venezia.
10 – La fortezza nascosta (Kakushi toride no san-akunin), Giappone, 1958.
Un’avventura on the road che risulta famosa per avere ispirato George Lucas nell’ideazione dei personaggi del suo primogenito “Guerre Stellari”.