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Le esperienze pre-morte raccontate attraverso la fotografia. Il progetto di Noemi Comi


Il progetto di Noemi Comi, ex allieva di fotografia della LABA, racconta il fenomeno affascinante e misterioso delle Near Death Experiences. Un viaggio tra spiritualità e scienza, che intreccia documenti originali e fotografia concettuale.

Il corso di fotografia della LABA offre infatti la possibilità di cavalcare anche lo spunto innovativo e nella direzione della ricerca. In questo caso Noemi, ha scelto sotto l’ala ispiratrice della prof.ssa Gaia Vettori, di esplorare un argomento al limite del misurabile.

Esistono fenomeni che superano ciò che i nostri sensi sono in grado di percepire, così intensi da far cadere l’esperienza umana nell’incertezza. L’esperienza di pre-morte si verifica quando una persona viene dichiarata temporaneamente clinicamente morta, talvolta anche in immediato pericolo di morte per effetto di sostanze stupefacenti. I dettagli di questa esperienza vengono normalmente riferiti dalle persone che le hanno vissute in maniera diretta, definiti NDErs. Nonostante le storie siano differenti da persona a persona, ci sono alcuni elementi riscontrabili in tutti i casi registrati fino ad oggi: sensazione di profondo benessere, separazione dal proprio corpo, attraversamento di un tunnel con la celebre presenza di una luce bianca diffusa. Le NDE sono documentate sin dal Medioevo; il termine “esperienza pre-morte” viene coniato soltanto in epoca moderna, nel 1975 da Raymond A. Moody Jr., quando la scienza inizia a studiare questo particolare fenomeno.

Si è registrato che circa il 4 per cento della popolazione occidentale ha vissuto questo tipo esperienza almeno una volta. Questo fenomeno si presta a innumerevoli spiegazioni: molti la interpretano come la prova concreta dell’esistenza dell’anima e della sua autonomia, e di un aldilà verso il quale quest’anima cerca di rifugiarsi.

L’intensità di questo evento cambia per sempre le convinzioni e la personalità delle persone coinvolte e non potrebbe essere altrimenti, trattandosi di un avvenimento limite che intacca paure e pensieri ancestrali come vita e morte.  Noemi Comi, con il suo lavoro Alba lux, ha deciso di affrontare questo argomento, tanto misterioso quanto affascinante. Alba lux è un progetto artistico che combina documentazione e fotografia concettuale. Le fotografie sono veicolo di simboli di archetipi, riproducendo atmosfere idilliache e realtà ineffabili. È un viaggio multidisciplinare tra spiritualità e scienza, che inizia nella realtà terrena e poi decolla in quella ultraterrena.

Curiosità, voglia di andare oltre i pregiudizi. Noemi ammette di non aver avuto una grande conoscenza delle cosiddette “esperienze di pre-morte” (Near-Death Experiences), prima di indagarle a fondo per il progetto Alba Lux. “Ero sempre stata molto scettica. Un giorno mi sono imbattuta in un articolo che presentava l’argomento tenendo conto della sua valenza scientifica. In un certo senso mi si è aperto un mondo”, ci racconta per Lo Spunto Fotografico

“Così è nato il progetto, che ho portato avanti anche per la tesi alla Laba di Firenze. Andando avanti mi sono dovuta ricredere su molte cose, perché i luoghi comuni sulle esperienze di pre-morte sono innumerevoli. Innanzitutto, contrariamente a quanto suggerito dal nome, non tutte le esperienze sono legate a momenti in cui ci si avvicina alla morte: “Non si verificano solo in situazioni di grave pericolo o in seguito a stati di coma – spiega Comi – in molti casi si sperimentano in condizioni di stress, rilassamento o attraverso l’assunzione di sostanze psichedeliche”

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