È stata un’edizione ibrida, in funzione anti-Covid, quella della Milano Fashion Week 2020 di settembre. Andata in scena dal 22 al 28 Settembre, la passerella internazionale della moda italiana ha dovuto rivedere la propria organizzazione per adattarsi ai tempi della pandemia. Per la seconda volta in pochi mesi, via libera allora alle sfilate in versione digitale, ai défilé in live streaming alternati però agli appuntamenti in presenza. “Phygital” il termine coniato per descrivere l’essenza della manifestazione, che ha unito 23 sfilate fisiche a 41 show online.
Un modo diverso e innovativo di vivere l’evento, che ha visto però anche significative rinunce da parte di alcuni addetti ai lavori. L’influencer Chiara Ferragni, ormai “guru” della tendenza moda a livello planetario, ha deciso di non prendere parte fisicamente alle sfilate per evitare i luoghi affollati. Una scelta dettata dalla volontà di proteggere se stessa e la sua famiglia dal contagio. L’imprenditrice digitale – che su Instagram conta 22 milioni di seguaci – ha comunque deciso di sostenere il mondo del fashion: si è proposta infatti di indossare gratuitamente i suoi look preferiti dei brand che più supporta.
L’edizione di settembre 2020 della Settimana della Moda milanese è stata, ad ogni modo, la prima tangibile prova di quanto il settore del fashion sia desideroso di ripartire (anche dal vivo). Ma non è tutto. La kermesse è stata infatti anche un’occasione preziosa per riflettere sul senso profondo di creare abiti in un momento storico segnato dalle emergenze sanitarie e sociali. Sembrano ormai lontani i tempi in cui la creatività gravitava intorno ai lustrini e ai temi del glamour, in cui le collezioni si presentavano audaci e psichedeliche. I brand, durante i vari lockdown, hanno dovuto scoprire un nuovo modo di produrre e soprattutto si sono confrontati con esigenze nuove. Sostenibilità, etica, valore, condivisione, autenticità. Sembrano essere queste le bussole che orientano, ora, stilisti e nuove generazioni di creativi che attingono a piene mani allo Street Style con l’obiettivo di tornare proprio lì: tra la gente comune.
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