Raffinati e originali risultati espressivi: storia di un fashion designer italiano. Emilio Pucci
Lo chiamano il “principe delle stampe” per le sue inconfondibili trame: un universo di colori e geometrie, capace di regalare fascino e bellezza a ogni tipo di donna. Emilio Pucci è sinonimo di charme e ancora oggi la maison fiorentina mantiene intatto il suo carico di raffinatezza eterna. Il fondatore della griffe è stato un vero pioniere della moda italiana.
Pucci nacque il 20 novembre 1914 a Napoli. Aviatore appassionato, iniziò a interessarsi alla moda solo dopo la Seconda Guerra mondiale, muovendo i primi passi come disegnatore di abbigliamento da sci. Il successo non tardò ad arrivare e sulla spinta di quell’onda creativa, Emilio Pucci (aristocratico ed erede di una delle famiglie più importanti di Firenze) decise di provare a disegnare abiti da donna. Nel 1950 aprì la sua prima boutique a Capri: fu l’inizio di un percorso alla conquista delle grandi passerelle internazionali, che nel tempo lo hanno consacrato maestro di stile. I suoi segni distintivi? Colori accesi e brillanti, motivi vistosi (dal floreale al geometrico) e sfumature fluttuanti. Tutti ingredienti che hanno trasformato il suo approccio creativo in un marchio di fabbrica. “La gioia è una delle cose più importanti che ho introdotto nella moda. E l’ho introdotta con il colore”, diceva di sé il marchese.
Pucci fu influenzato molto dai mosaici siciliani ma nelle sue stampe si ravvedono anche richiami a motivi etnici e orientali. Con una spiccata tendenza a sperimentare anche in termini di materiali, Emilio Pucci propose nel 1962 la sua prima collezione di alta moda, distinta da ricami in cristalli Swarovski.
Ma l’estro di Pucci non si fermò alla sola moda. All’inizio degli anni Settanta lo stilista debuttò nel settore beauty mentre nel 1968 arrivarono i capi della moda maschile, grazie ad un accordo con Ermenegildo Zegna. E poi, il total look: dalla lingerie alla porcellana, dai tappeti alle penne, fino al logo della missione spaziale Apollo 15.
Dopo la sua scomparsa, nel 1992, il design degli abiti è passato alla figlia Laudomia Pucci. Nel 2000 il gruppo francese LVMH ha acquistato l’azienda, rilanciando la griffe nel mercato internazionale. Laudomia oggi si occupa dell’immagine della casa di moda, che conta 50 boutique in località esclusive nel mondo. Il fatturato viene realizzato al 60% tra Italia, Stati Uniti e Giappone.