Cinema e Audiovisivi LABA: intervista alla coordinatrice Veronica Citi

“Quando vedo che agli studenti si illuminano gli occhi dopo una visione significa che ho fatto centro”

– Veronica Citi, Coordinatrice del Corso di Cinema e Audiovisivi LABA

Come descriverebbe il Biennio di Cinema e Audiovisivi LABA e gli obiettivi principali che si propone?

Questo Dipartimento è stato inserito come proposta formativa dallo scorso anno e nasce con l’intenzione di formare la figura del cineasta/videomaker, colui o colei che si muove nell’ambito del cinema a vari livelli (regia, montaggio, scrittura, costumi, produzione…) e con le migliori intenzioni di essere, come in tutte le accademie, un buon mix di pratica e teoria. Con il Biennio in Cinema e Audiovisivi LABA si consegue un diploma di Laurea di secondo livello, riconosciuto dal MIUR ricevendo una formazione con l’approccio tipico dell’Accademia che è fortemente professionalizzante. Come coordinatrice, ho gestito la scelta e l’acquisto delle attrezzature e sto organizzando insieme agli altri docenti le sale di posa. Sto anche promuovendo delle convenzioni con dei service dove i ragazzi possano andare a vedere le strumentazioni professionali. La sinergia tra i vari corsi è un punto importante che mi impegno a curare come coordinatrice.
Questi sono un po’ gli obiettivi principali: un biennio a 360° quindi che guardi al cinema ma anche al videomaking più commerciale, una sinergia tra i corsi e basarsi molto su un mix di pratica e teoria.

 

Perché ritiene utile frequentare un corso di questo tipo piuttosto che mettersi alla prova direttamente sul campo?

Perché accorcia i tempi di acquisizione delle competenze. Per esempio tanti professionisti di questo ambito non hanno la laurea e si sono formati sul campo. La cosa buona di studiare in un corso come questo è che il docente può trasmetterti il suo know how, concetti o pratiche che magari ha acquisito in tanti anni di professione e che può passarti in breve tempo.
Chiaramente poi lo studente dovrà farsi le ossa, questo è un passaggio obbligato, dovrà testare sul campo da solo, ma avere dei validi maestri è importantissimo, accorcia la strada.

 

Perché al giorno d’oggi reputa importante un percorso di studi in questo ambito?

Perché l’audiovisivo è un mezzo sempre più utilizzato nel mondo della comunicazione, per cui può aprire numerosi sbocchi professionali, parallelamente credo che sia interessante a livello formativo scoprire da dentro il mondo del Cinema come fabbrica di sogni e di emozioni.

 

Qual è la cosa fondamentale che come professoressa vuole trasmettere ai suoi studenti?

La curiosità e la passione nel fare le cose. Dico sempre ai miei studenti “divertitevi a fare il mio esame”. Se gli allievi hanno portato avanti il progetto audiovisivo con passione, io lo vedo perché traspare dalle immagini, dal montaggio e dalla cura del suono.
Io punto tanto a stimolare le idee, far conoscere autori, tecniche e linguaggi. Dare l’ispirazione è un’altra cosa fondamentale. Quando vedo che agli studenti si illuminano gli occhi dopo una visione significa che ho fatto centro. Dare la scintilla, poi lo studente arderà di fuoco suo. Per me questo è l’obiettivo principale: io li prendo per mano, li accompagno e li aiuto a capire la tecnica, il percorso da fare. La cosa principale è la scintilla.

 

Ritiene necessario avere un bagaglio storico culturale alla base del lavoro di videomaker?

Assolutamente sì. Altrimenti il linguaggio dell’audiovisivo potrebbe essere carente nei contenuti e nelle idee, rimanere vittima dell’esercizio di stile e del mestiere. Invece la storia, la ricerca teorica, apre mondi e concetti, offre ispirazioni dal passato e dal contemporaneo. Su YouTube, ci sono milioni di tutorial su come fare il videomaker, ma non credo che ti portino ad essere un buon videomaker, anzi spesso ti possono portare ad imitare l’ennesimo trucchetto fine a sé stesso. Ecco che la ricerca teorica e culturale è importante per non rimanere superficiali dietro alla tecnica.
Per arrivare ad essere un artista e regista pur contemporaneo è importante conoscere la storia del cinema per trarne nutrimento.

LABA20: tanti eventi per il ventennale di LABA Firenze

Vent’anni di sfide appassionanti, di talenti che emergono e di obiettivi raggiunti. La Laba di Firenze festeggia i suoi primi 20 anni di vita con una serie di eventi che, dopo lo stop imposto dalla pandemia, tornano ad animare le più suggestive location del capoluogo toscano.

Nata nel 2001, l’Accademia con sede in Piazza Badia a Ripoli è andata strutturandosi nel tempo: oggi offre 5 indirizzi di studio triennali (Fashion, Fotografia, Graphic Design, Design e Pittura) e due percorsi di specializzazione in Interior Design e in Cinema e Audiovisivi. L’istituto – che conta 800 studenti, tra matricole e vecchi iscritti – è autorizzato dal Miur a rilasciare titoli dal valore legale equipollenti a quelli delle lauree triennali e specialistiche. L’Accademia vanta collaborazioni con importanti aziende nazionali e internazionali, con cui organizza attività integrative, per consentire una formazione innovativa ma soprattutto “sul campo”.

Il ventennale della Laba di Firenze segna dunque un passaggio importante: l’anniversario verrà celebrato con diversi appuntamenti in calendario, alcuni dei quali erano stati previsti per il 2020 ma, causa Covid, sono stati riprogrammati per quest’anno.

FASHION NIGHT AL B-ROOF CON “B-ICONIC”. La serata inaugurale si è tenuta martedì 29 giugno alle ore 20.30, con la cena-evento al B-Roof, il ristorante panoramico del Grand Hotel Baglioni, per la Fashion Night di Laba. Protagonisti 34 ragazzi del secondo e terzo anno di Moda che hanno presentato circa 30 outfit, indossati dai modelli dell’agenzia Fashion Concept. Abiti interamente ideati, creati e realizzati in modo artigianale dagli allievi, hanno sfilato tra una portata e l’altra, ad arricchire la cena placée, firmata dallo chef Richard Leimer e allestita negli spazi all’aperto del locale. 

B-Iconic” il tema della serata, che ha unito capi iconici e rivisitati a soluzioni sobrie ed eleganti. Un défilé che si è snodato sulle maestose terrazze del B-Roof, con lo skyline di Firenze a fare da cornice. La regia della sfilata è a cura di Moreno Galli. Le collezioni sono state realizzate con il supporto, il coordinamento e la supervisione di Cristina Cacioli, Veronica Roberti, Annamaria Palmisano, Elisa Monaco ed Olgica Glavasevic. Hanno collaborato allo sviluppo dei progetti Atelier Andreia Cruz e i negozi “Righe a Pois” e “GlassHouse Vintage” di Firenze.

LABA20 ALL’ISTITUTO DEGLI INNOCENTIGiovedì 8 e venerdì 9 luglio i festeggiamenti si sposteranno invece all’Istituto degli Innocenti di Firenze, in piazza Santissima Annunziata, per una due giorni davvero ricca.

Giovedì 8 luglio. La sera di giovedì 8, alle ore 19.30, sarà la volta della sfilata – nel Chiostro delle Donne – delle collezioni di 16 studenti Laba che hanno concluso gli studi nel 2020 ma che, a causa dell’emergenza sanitaria, hanno dovuto rimandare l’appuntamento con la passerella di fine anno. Il tema della serata sarà “Timeless Sphere”, con abiti uomo/donna che si ispirano ai paesaggi lunari. Sul palcoscenico verrà mostrata, per la prima volta, anche la serie di cappotti, giubbotti e capispalla realizzati nell’ambito della partnership con il marchio Peuterey: 12 capi innovativi e performanti. Direttore creativo della sfilata, Orazio Lo Presti, con il coordinamento generale di Cristina Cacioli. Elisa Monaco ha lavorato alla modellistica mentre Olgica Glavasevic si è occupata della supervisione modellistica. Referenti Laba per Peuterey: Stefano Vasile e Veronica Roberti. Nel corso dell’evento verranno consegnati due prestigiosi riconoscimenti: il premio Lectra per il miglior utilizzo della modellistica CAD e il premio Peuterey per l’ufficio stile.

Venerdì 9 luglio. Venerdì 9 luglio sarà il momento clou per l’anniversario “Laba20”: una giornata ricca di appuntamenti importanti per la Libera Accademia di Belle Arti di Firenze, che ancora una volta sarà protagonista all’Istituto degli Innocenti. Si comincia alle ore 17 con l’inaugurazione ufficiale della mostra “Le Opere e i Giorni” allestita nel Salone delle Compagnie. Un percorso che celebra i 20 anni dell’istituto attraverso l’esposizione di 40 opere di ex allievi: la più viva testimonianza dell’evoluzione della Laba di Firenze e del suo grande impegno nel formare, ormai da due decenni, nuove generazioni di artisti.

Saranno presenti quadri, installazioni, video, oggetti di design e una collezione digitale di abiti ideata dagli allievi dell’attuale terzo anno di ModaI video verranno proiettati in un’area dedicata all’esperienza multisensoriale. Curatori della mostra, Mauro Manetti, Lucia Fiaschi e Matteo Innocenti. L’evento è aperto a tutta la cittadinanza nel rispetto delle regole anti-Covid. Le opere resteranno visibili fino a giovedì 15 luglio.

Tornando al programma, alle ore 18, dopo il taglio del nastro, è previsto un momento istituzionale, con una conferenza che si terrà nel Salone del Brunelleschi. Alle ore 19.00, infine, spazio all’ultima sfilata di moda targata Laba Firenze che si snoderà tra il Chiostro degli Uomini e quello delle Donne. A presentare le loro creazioni, sul tema chiave “Mutazioni”, saranno 17 allievi dell’attuale terzo anno di Fashion. In passerella saliranno i modelli dell’agenzia fiorentina Fashion Concept (regia a cura di Moreno Galli) per mostrare al pubblico i risultati di questi lunghi mesi di studio. Dai capispalla agli abiti, non mancheranno i riferimenti alla moda streetstyle ma anche richiami ad un mondo leggiadro, onirico, quasi infantile. Direttore artistico Orazio Lo Presti, coordinamento generale Cristina Cacioli. Per la modellistica Elisa Monaco. Styling Michele Catelani.

Si chiuderà così un anno accademico impegnativo ma stimolante, fatto di sfide e di traguardi da celebrare. Con al primo posto sempre un punto fisso: la qualità della formazione.