Ricerca e sviluppo. Sono i due assi lungo cui si muoverà la ripresa post Covid per il settore del Design in Italia. Un comparto che è stato duramente colpito dall’emergenza sanitaria – al pari degli altri settori economici – e che ha dovuto rapidamente ripensarsi, in termini organizzativi e produttivi.
Il rapporto “Design Economy 2020”, realizzato da Fondazione Symbola con Deloitte Private e Poli.Design, analizza infatti le dinamiche che hanno interessato il mondo del Design in questo anno di pandemia. Quella che emerge è una trasformazione che non ha risparmiato neppure l’universo dell’arredo e del mobile, andando a impattare su quattro aree principali: operatività, produzione, domanda e relazione con la clientela.
Lo stop imposto dal lockdown nazionale sembra essere stato affrontato con agilità dalle imprese, che hanno fatto ricorso allo smart working. Anche la chiusura temporanea dei siti produttivi è stata fronteggiata in modo dinamico: le aziende hanno sfruttato, in questo caso, le risorse già presenti in magazzino e anticipato le spedizioni verso i mercati esteri per farsi trovare pronte alla riapertura. Per quanto riguarda l’approvvigionamento, sono stati riorganizzati invece gli acquisti in modo da seguire l’andamento del lockdown nei Paesi dei fornitori esteri (in alcuni casi sono stati identificati fornitori alternativi). Sul fronte strettamente produttivo, è stata data priorità alle linee maggiormente richieste dal mercato in modo da aumentare le chances di avere un ritorno in termini di redditività.
Veniamo poi a un altro punto centrale: il rapporto con il consumatore finale e l’interazione con il cliente. Live streaming e realtà aumentata sono diventate centrali nella strategia di engagement delle imprese, che hanno riscoperto il valore delle nuove tecnologie come strada alternativa e complementare all’esperienza vissuta in presenza. L’approccio misto, che unisce mondo online e offline, sembra essere un aspetto riscoperto dalle aziende del Design alla luce della pandemia. La digitalizzazione è la grande opportunità che nasce dalla crisi.
Ma come è cambiato il cliente in questa emergenza sanitaria? La casa è diventata lo spazio prediletto in cui trascorrere molte ore: questo ha determinato un’attenzione maggiore verso l’ambiente casalingo e le sue potenzialità. Gli spazi sono stati in molti casi riadattati ad ufficio, determinando un diverso approccio nella progettazione stessa della casa e dell’arredamento. Serviranno dunque, in futuro, ambienti fluidi e modulabili ma anche sostenibili. La sostenibilità è il nuovo orizzonte verso cui si muove il mondo del Design e rappresenterà, nei prossimi anni, il fulcro della domanda di ricerca che l’industria rivolgerà al comparto. Non solo materiali eco-friendly, meno inquinanti e impattanti ma anche un modo di pensare “green” a partire dalla progettazione iniziale e capace di permeare tutte le fasi di produzione: dalla scelta di materie prime ecosostenibili all’implementazione di processi a basso consumo di risorse. Il Design avrà quindi il compito di ridefinire l’approccio aziendale ma anche di trasmettere il valore stesso dell’ecosostenibilità al consumatore finale, in modo che questo sia orientato nell’acquisto non solo da fattori legati al prezzo ma dai valori stessi che il prodotto incarna e rappresenta.