Con i suoi 240 diplomati nel 2018, la Libera Accademia di Belle Arti si posiziona all’ottavo posto in Italia per numero di diplomati nel settore del Design. Il focus sui primi dieci istituti italiani che nel 2018 hanno visto terminare il percorso di studi di 5.388 giovani designer è stato stilato da Fondazione Symbola e Cuid sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Istruzione ed è contenuto nel rapporto Design Economy 2020.
Nel capitolo dedicato alla formazione viene analizzata l’offerta didattica del Design in Italia, soffermandosi sulla distribuzione dei diplomati per singole tipologie di istituto e soprattutto sugli interessi settoriali degli studenti. Quel che emerge è che nella Penisola l’offerta è ben strutturata e appare ampia e variegata, sia per quanto riguarda l’Università sia, in parallelo, per quanto riguarda le Accademie e Scuole che fanno parte del sistema AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica). Il numero di richieste di iscrizione è alto rispetto ai posti disponibili e i corsi si moltiplicano anno dopo anno: questo significa che l’universo del Design viene giudicato un ambito su cui investire per il proprio futuro professionale.
Nel 2018 gli istituti che hanno rilasciato titoli di studio in discipline del Design sono stati 64: 18 Università, 15 Accademie legalmente riconosciute, 14 Accademie di Belle Arti, 11 Istituti privati autorizzati a rilasciare titoli AFAM e 6 ISIA. Totale, 242 corsi, distribuiti in vari livelli formativi e in diverse aree di specializzazione.
Nel complesso sono stati formati ben 8.244 designer, il 9,7% in più rispetto al 2017. Si tratta di laureati di I livello, laureati magistrali, diplomati in master post-laurea di I e II livello. In valori assoluti, le nuove figure professionali uscite dalle Università sono state 3.822 a cui si sommano le 4.422 unità del comparto AFAM (rispettivamente, il 46,4% e il 53,6% del totale). L’Università ha assorbito, da sola, quasi la metà del totale dei laureati in Design, con una crescita rispetto al 2017 del 10,7%. A seguire le Accademie legalmente riconosciute, che rappresentano il 20,3% del totale; gli altri istituti autorizzati al rilascio di titoli AFAM (16,6%), le Accademie di Belle Arti (14%) e infine gli ISIA (2,7%). Circa il 70% degli allievi ha conseguito una laurea triennale o un diploma accademico di I livello, acquisendo così gli strumenti di base per entrare subito nel mercato del lavoro: la parte restante ha invece deciso di approfondire le proprie conoscenze attraverso lauree magistrali, diplomi accademici di II livello e master.
Ma verso che settori di specializzazione si indirizzano i ragazzi? L’area tradizionale del Product la fa da padrone, con una crescita del 6,6% rispetto al 2017. Seguono altri due campi in forte espansione: l’area Communication (+7,8%) e quella del Fashion (+6%). In aumento esponenziale anche il settore Space (+25,5%). Le due grandi novità sono però rappresentate dal comparto Service e Digital, che segnano un +8,7% ma soprattutto un +48% sul fronte del Design applicato alle nuove tecnologie.
Infine, la territorialità degli istituti. Sono, in questo caso, le lauree magistrali a offrire specifiche specializzazioni che spesso rispecchiano la tradizione e la vocazione delle diverse aree geografiche italiane. Tornando ai numeri, nel 2018 in Toscana si sono laureati 461 studenti in Design nei 5 poli formativi presenti entro i confini regionali. Nella classifica dei primi dieci istituti per numero di diplomati in Design in Italia, ecco figurare la Laba in ottava posizione (240 diplomati, pari al 2,9% del totale), seguita dall’Accademia di Brera (207) e dall’Università degli Studi La Sapienza di Roma (198). Saldamente in vetta all’elenco, il Politecnico di Milano con i suoi 1.731 diplomati: il 21% di tutti i laureati in Design del Belpaese, nel 2018. La città meneghina si conferma capitale del Design italiano e mondiale.