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Martina Salvo vincitrice del primo premio al concorso Cinemasuono

La studentessa Martina Salvo, è stata selezionata e ha vinto il primo premio al concorso Cinemasuono di Cervia con il video “JIRI” realizzato per la tesi di laurea alla LABA di Firenze di cui la prof.ssa Veronica Citi è stata relatrice. Entra quindi di diritto nella sezione dedicata agli ex allievi LABA proiettati nel mondo del lavoro.

MARTINA SALVO ex allieva LABA

Mi chiamo Martina, ho 23 anni, vengo dalla Sicilia e sono una graphic designer. Mi sono laureata lo scorso febbraio in graphic design e multimedia alla LABA di Firenze. Durante gli studi, grazie al corso di digital video e quello di regia della Prof.ssa Veronica Citi e il corso di video music del Prof. Piero Fragola, è maturata in me una forte passione per il mondo del cinema sperimentale e per la videoarte, così ho iniziato a realizzare opere video, cortometraggi, e collage animati. I temi che prediligo, ricorrenti nelle mie opere, trattano il surreale, l’onirico, il rapporto tra sogno-realtà, realtà, illusione, l’antitesi, il tema del doppio e il rapporto spazio-tempo in ambienti discontinui.

Alla fine del mio percorso di studi, ho deciso di sviluppare il progetto di laurea sul cinema sperimentale realizzando un cortometraggio artistico e creare inoltre, tutta la proposta di comunicazione per pubblicizzare l’opera.

JIRI

Jiri nasce come progetto di laurea, frutto di un lavoro durato quasi un anno. L’idea di rendere omaggio a Maya Deren, Madre del cinema sperimentale, nasce dalla visione di Meshes of the Afternoon, il suo primo film. Sono rimasta colpita dal lavoro svolto dalla regista in Meshes, mi ha trasmesso quella voglia di mettermi all’opera, così ho deciso di prendere una cinepresa e realizzare questo tributo. Le motivazioni che mi hanno spinta a cimentarmi in questo progetto sono due: la passione per la pre e post produzione e l’interesse per il cinema sperimentale.

Jiri è un cortometraggio artistico che mette in relazione spazi discontinui con una figura femminile interpretata da me stessa (Anche Maya Deren era protagonista dei suoi stessi film). Si tratta di una narrazione non lineare che richiama la discontinuità e la incongruenza dell‘esperienza onirica. I temi dello specchio e del doppio sono il fil rouge dell’opera e rappresentano il continuo motivo propulsore per il quale la protagonista si trova costantemente a “vagare”. Jiri in siciliano significa andare, la volontà di sancire un punto di partenza geograficamente legato al mio passato e alla mia esperienza personale, per me rafforzava l’idea della matrice autobiografica seppur nell’intento di un omaggio a Maya Deren. Mentre i giardini storici, il labirinto di specchi e le colline toscane rappresentano il mio presente trasfigurato a sogno. Il video è in bianco e nero, scelta puramente artistica, secondo me il bianco e nero è proprio l’eccellenza, inoltre un’immagine in bianco e nero risulta più astratta e l’assenza del colore lascia maggiore spazio all’interpretazione. Jiri è stato girato come un film muto dove non c’è dialogo, Jacopo Andreini ha composto una colonna sonora ritmica, registrando i suoni singolarmente, sincronizzandoli al taglio e al movimento del film.

S I N O S S I

Una donna viene messa in relazione con spazi e ambienti diversi: dalla spiaggia al giardino, dagli interni di una villa ottocentesca all’atmosfera onirica del sogno, fino ad arrivare ad una dimensione surreale e metafisica. La protagonista cammina senza mai voltarsi indietro, interagendo a suo modo con i diversi tipi di paesaggio, come se andasse alla ricerca di un qualcosa o meglio qualcuno, un qualcuno che si rivelerà un‘ombra onirica per la protagonista, perseguitandola ovunque. L’ombra è una figura misteriosa, una donna con il volto coperto da un velo nero, che svelerà la sua identità al primo faccia a faccia con la protagonista. La figura misteriosa non è altro che una copia della stessa protagonista, forse la sua parte oscura. Gli incontri si faranno più frequenti, ed ogni incontro lascerà alla donna un oggetto che svelerà un qualcosa: un anello, una chiave, elementi che si riveleranno ”elementi chiave”. Tra visioni, allucinazioni, sogni, ambienti metafisici e surreali, la donna si ritroverà all’ultimo faccia a faccia catapultandosi nel luogo iniziale dov’è cominciato tutto ma, stavolta, non fuggirà più.

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