LABA Firenze Photo: una mostra per celebrare il 1° anno di LABA Valencia

Sta per essere inaugurata LABA Firenze Photo,  la prima mostra fotografica internazionale che vede la collaborazione tra la LABA di Firenze e la LABA di Valencia. Negli spazi della nuova sede di Valencia presso School of Art, Design & New Media – Calle Quart 21 – 46001 Valencia, Spain. 

La raccolta di lavori proposti dai ragazzi del terzo Anno di Fotografia della Laba Firenze, invita l’osservatore a camminare per sentieri interiori, che raccolgono paure, il rapporto con sé stesso o con gli altri, e momenti di grande riflessione. È attraverso il mezzo fotografico e l’efficacia delle immagini, che ogni singolo autore si pone per poter sviscerare nel proprio percorso intime emozioni da condividere con lo spettatore.

Cinema e Audiovisivi LABA: intervista alla coordinatrice Veronica Citi

“Quando vedo che agli studenti si illuminano gli occhi dopo una visione significa che ho fatto centro”

– Veronica Citi, Coordinatrice del Corso di Cinema e Audiovisivi LABA

Come descriverebbe il Biennio di Cinema e Audiovisivi LABA e gli obiettivi principali che si propone?

Questo Dipartimento è stato inserito come proposta formativa dallo scorso anno e nasce con l’intenzione di formare la figura del cineasta/videomaker, colui o colei che si muove nell’ambito del cinema a vari livelli (regia, montaggio, scrittura, costumi, produzione…) e con le migliori intenzioni di essere, come in tutte le accademie, un buon mix di pratica e teoria. Con il Biennio in Cinema e Audiovisivi LABA si consegue un diploma di Laurea di secondo livello, riconosciuto dal MIUR ricevendo una formazione con l’approccio tipico dell’Accademia che è fortemente professionalizzante. Come coordinatrice, ho gestito la scelta e l’acquisto delle attrezzature e sto organizzando insieme agli altri docenti le sale di posa. Sto anche promuovendo delle convenzioni con dei service dove i ragazzi possano andare a vedere le strumentazioni professionali. La sinergia tra i vari corsi è un punto importante che mi impegno a curare come coordinatrice.
Questi sono un po’ gli obiettivi principali: un biennio a 360° quindi che guardi al cinema ma anche al videomaking più commerciale, una sinergia tra i corsi e basarsi molto su un mix di pratica e teoria.

 

Perché ritiene utile frequentare un corso di questo tipo piuttosto che mettersi alla prova direttamente sul campo?

Perché accorcia i tempi di acquisizione delle competenze. Per esempio tanti professionisti di questo ambito non hanno la laurea e si sono formati sul campo. La cosa buona di studiare in un corso come questo è che il docente può trasmetterti il suo know how, concetti o pratiche che magari ha acquisito in tanti anni di professione e che può passarti in breve tempo.
Chiaramente poi lo studente dovrà farsi le ossa, questo è un passaggio obbligato, dovrà testare sul campo da solo, ma avere dei validi maestri è importantissimo, accorcia la strada.

 

Perché al giorno d’oggi reputa importante un percorso di studi in questo ambito?

Perché l’audiovisivo è un mezzo sempre più utilizzato nel mondo della comunicazione, per cui può aprire numerosi sbocchi professionali, parallelamente credo che sia interessante a livello formativo scoprire da dentro il mondo del Cinema come fabbrica di sogni e di emozioni.

 

Qual è la cosa fondamentale che come professoressa vuole trasmettere ai suoi studenti?

La curiosità e la passione nel fare le cose. Dico sempre ai miei studenti “divertitevi a fare il mio esame”. Se gli allievi hanno portato avanti il progetto audiovisivo con passione, io lo vedo perché traspare dalle immagini, dal montaggio e dalla cura del suono.
Io punto tanto a stimolare le idee, far conoscere autori, tecniche e linguaggi. Dare l’ispirazione è un’altra cosa fondamentale. Quando vedo che agli studenti si illuminano gli occhi dopo una visione significa che ho fatto centro. Dare la scintilla, poi lo studente arderà di fuoco suo. Per me questo è l’obiettivo principale: io li prendo per mano, li accompagno e li aiuto a capire la tecnica, il percorso da fare. La cosa principale è la scintilla.

 

Ritiene necessario avere un bagaglio storico culturale alla base del lavoro di videomaker?

Assolutamente sì. Altrimenti il linguaggio dell’audiovisivo potrebbe essere carente nei contenuti e nelle idee, rimanere vittima dell’esercizio di stile e del mestiere. Invece la storia, la ricerca teorica, apre mondi e concetti, offre ispirazioni dal passato e dal contemporaneo. Su YouTube, ci sono milioni di tutorial su come fare il videomaker, ma non credo che ti portino ad essere un buon videomaker, anzi spesso ti possono portare ad imitare l’ennesimo trucchetto fine a sé stesso. Ecco che la ricerca teorica e culturale è importante per non rimanere superficiali dietro alla tecnica.
Per arrivare ad essere un artista e regista pur contemporaneo è importante conoscere la storia del cinema per trarne nutrimento.